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La ragazza di Bube

Mara Castellucci è una bellissima ragazza di sedici anni che vive a Monteguidi con la madre, il padre e il fratello Vinicio. Un giorno nel piccolo paesino toscano si presenta un partigiano di nome Arturo Cappellini, detto Bube, che desidera conoscere la famiglia di Sante, il fratellastro di Mara, morto durante la Resistenza. Tra i due giovani nasce subito un interesse reciproco che sfocia in un frequente scambio di lettere. A San Donato però Bube e i suoi due compagni, Umberto e Ivan, vengono coinvolti in un omicidio. Era accaduto infatti che un prete aveva impedito loro di entrare in chiesa, probabilmente perché erano comunisti, e i tre avevano reagito protestando con il maresciallo che però si era schierato, insieme al figlio, dalla parte del prete. Così Umberto, spinto dall'ira, aveva messo il prete contro il muro ed era stato ucciso da una pallottola sparata dal maresciallo. Per vendicare l'amico caduto ingiustamente, Ivan aveva ucciso il maresciallo e, a sua volta, Bube aveva rincorso e assassinato il figlio. I due innamorati intraprendono un viaggio in bicicletta verso Volterra, dove Bube viveva con la madre e le sorelle. Durante un tragitto in corriera, una donna riconosce il giovane e, vedendo un prete che aveva collaborato con i nazisti, lo costringe assieme ai presenti a picchiare il sacerdote: Bube infatti è conosciuto nella zona come il “vendicatore”. Una volta arrivato a casa, l'amico Lidori informa il ragazzo che rischia di essere arrestato per l'omicidio e lo accompagna in un capannone fuori città dove trascorre due notti con Mara. A questo punto i due innamorati si dividono nascondendosi l'uno in Francia, l'altra invece tornando a Monteguidi. Trascorsa l'estate Mara decide di andare a lavorare come domestica nella famiglia Poggibonsi e stringe subito amicizia con una compaesana di nome Ines. Una domenica, durante una serata al lunapark con l'amica, Mara conosce Stefano, un ragazzo piuttosto timido con il quale però intreccia una storia d'amore. Dopo un anno, Bube vine costretto al rimpatrio e a Firenze viene condannato a quattordici anni di carcere per l'omicidio. Mara ritorna così sui suoi passi, preferendo stare accanto al fidanzato e interrompendo la relazione con Stefano. Sette anni dopo Mara si reca frequentemente in carcere per vedere Bube in attesa che lui sconti la sua condanna e restandogli fedele. Un giorno la ragazza incontra in treno Stefano e, in un breve dialogo, viene a sapere che lavora a Empoli e si è sposato.

Commento di un personaggio: Mara
Sullo sfondo degli anni confusi del dopoguerra, si delinea la figura di Mara, una ragazza di campagna che come tante è animata dalla speranza di un futuro migliore, diverso, più sereno. E' così costretta a crescere in fretta prendendo coscienza della realtà cercando di affrontarla con la spensieratezza dei suoi sedici anni. La vita tranquilla e slegata dalla politica e dagli avvenimenti che accadono intorno a lei viene improvvisamente sconvolta dall'incontro casuale con Bube, un giovane ragazzo partigiano che invece vive pienamente le difficoltà del suo tempo cercando di affrontarle. Mara viene pertanto travolta dal cambiamento e dalla novità tanto da innamorarsi di quel giovane così semplice e allo stesso tempo diverso. Ecco che i rari periodi che passa assieme a Bube la trasformano facendola passare in poco più di un anno da una ragazzina piena di sogni, di speranze e sognatrice, a una donna matura malgrado la giovane età. Questo suo cambiamento interiore la porterà poi a scegliere l'affetto di Bube e a rinunciare alla passione per Stefano. Mara è così meno serena e spensierata e il suo carattere si indurisce con il tempo rendendola in qualche modo più consapevole del suo essere ormai un'adulta e di dover rendersi conto dei suoi compiti e soprattutto dei suoi doveri. Decide, alla fine, di restare fedele a Bube e di aspettarlo manifestando un amore vero e autentico che mi ricorda molto un passaggio del film “I passi dell'amore” dove si dice, che “L'amore è sempre paziente e gentile, non è mai geloso...L'amore non è mai presuntuoso o pieno di sé, non è mai scortese o egoista, non si offende e non porta rancore. L'amore non prova soddisfazione per i peccati degli altri ma si delizia della verità. E' sempre pronto a scusare, a dare fiducia, a sperare e a resistere a qualsiasi tempesta”.
Valentina Tomaselli, II B, a.s. 2013-2014

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