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La chimera

Antonia è un'orfanella che vive nella casa di carità di San Michele di Novara e viene allevata dalle suore. Lasciata sul torno in una fredda notte di gennaio quando era ancora in fasce, Antonia cresce e diventa la più bella di tutte le esposte della Pia Casa ma allo stesso tempo viene continuamente punita tanto che una volta viene addirittura rinchiusa in una piccola grotta buia assieme a Rosalina, un'esposta di poco più grande di lei costretta a sposarsi con un panettiere che abusa di lei e la obbliga a prostituirsi. All'età di dieci anni l'orfanella viene adottata da una coppia di contadini, i coniugi Nidasio, che la portano nella loro a casa a Zardino, un paesino molto povero poco distante da Novara. Una volta arrivata, Antonia conosce diversi personaggi tra i quali il parroco Don Michele che esercita tale carica pur non avendo la licenza: egli infatti aveva come unico interesse quello di arricchirsi vendendo unguenti, predizioni e altri aneddoti che incantano il popolo e coltivare bachi da seta all'interno della chiesa. Con l'arrivo della primavera la giovane nota la presenza dei risaroli, uomini di umili condizioni che lavoravano stagionalmente nelle risaie, e viene colpita dalla loro sofferenza e disperazione tanto da chiedere spiegazioni all'amica Teresina. In seguito Antonia viene accusata di stregoneria dal nuovo parroco, Don Teresio, il quale narra al Sant'Uffizio alcuni fatti che riguardano la giovane esposta e che avevano destato negli abitanti di Zardino molti sospetti. L'orfanella infatti aveva fatto amicizia con Biagio, il servo delle sorelle Borghesini, che si era innamorato follemente di lei al punto che Antonia era stata accusata di averlo sedotto e fatto impazzire grazie alla stregoneria. Inoltre, ciò che più aveva scandalizzato gli abitanti di Zardino e soprattutto Don Teresio,era stato il ballo di Antonia e di un lanzichenecco nella piazza, L''esposta, così, non era stata più ammessa in chiesa, dal momento che egli aveva mancato di rispetto alle chiesa cattolica e per di più era luterano. Infine l'orfanella era stata definitivamente accusata di aver stretto un patto con il Diavolo a causa degli incontri notturni sulla collina con un risarolo, Gasparo, del quale si era perdutamente innamorata: si pensava infatti che lei durante quelle ore facesse degli strani riti diabolici. A questo punto Antonia si presenta in tribunale vestita da sposa con i coniugi Nidasio e, dopo aver dichiarato più volte la sua innocenza, viene costretta a confessare attraverso la tortura per poi infine essere bruciata viva sul rogo l'11 settembre 1610.

Commento di un personaggio: Antonia
Sullo sfondo della realtà complessa della bassa novarese seicentesca, si articola la storia di Antonia, una ragazza come tante che viene abbandonata sul torno la fredda notte di Sant'Antonio. L'appellativo che più risuona all'interno del romanzo è “esposta”, termine con il quale non si identifica solo un'orfana ma soprattutto una figlia del peccato che non è mai stata voluta e che forse era nata da una relazione indesiderata di una donna italiana con un soldato spagnolo. La giovane diventa così una vittima della società del '600 e di una mentalità contorta fondata soprattutto sull'ignoranza e sulla corruzione. Il vero motivo dell'accusa di stregoneria dunque non vengono a essere i fatti di cui parla Don Teresio in tribunale ma piuttosto i pregiudizi che schiacciano Antonia fino a condurla ad una confessione forzata e alla morte per la quale addirittura il popolo festeggia. Un altro motivo che aggrava la situazione è la bellezza dell'orfanella che viene vista come una pericolosa strega seduttrice. Possiamo quindi notare una nuova concezione della femminilità che dal mondo greco fino all'Umanesimo era stata esaltata anche con delle produzioni artistiche come la Venere di Botticelli mentre, a cavallo tra il '500 e il '600, viene usata come pretesto per condannare giovani donne come Antonia. Si può osservare dunque un contrasto tra le figure femminili che arricchiscono ulteriormente il romanzo creando sfumature e differenti punti di vista: vediamo così una donna deformata dal tempo e dal peso delle fatiche e degli anni come Francesca Nidasio, la giovane e bella Antonia che cerca di conoscere il mondo ma viene bloccata da una mentalità eccessivamente rigida che coinvolge non solo l'ambito ecclesiastico ma anche quello popolare, e infine Rosalina, una ragazza costretta a vendere se stessa e il proprio corpo da un marito violento e che condanna i preti e le suore della Pia Casa. Quando Antonia, ancora bambina, viene portata via dalla casa di carità è addirittura stupita e quasi infastidita dall'atteggiamento dei coniugi Nidasio, dalle loro attenzioni e dalla tenerezza, tanto che è impaurita dal cambiamento. Esce così dal suo piccolo mondo circondato da suore, preti e dalla prospettiva di essere promessa in sposa a un uomo indesiderato e un nuovo paesaggio comincia a presentarsi ai suoi grandi occhi scuri, una nuova speranza di avere una vita migliore. La bella orfanella cresce così timida, sempre obbediente ma allo stesso tempo curiosa. Con il tempo si manifestano in lei le sue più grandi qualità, la gentilezza d'animo e la dolcezza, che la caratterizzano in alcuni episodi importanti come gli incontri con Biagio per insegnargli a parlare o il suo atteggiamento di benevolenza nei confronti dei risaroli. Tuttavia spesso e volentieri Antonia viene fraintesa, accusata, umiliata tanto che alla fine si arrende alle torture che hanno segnato tutta la sua esistenza e rimane delusa dalla realtà che la circonda: il suo mondo di sogni, speranze e aspirazioni sparisce e lascia il posto alla sua silenziosa disperazione della morte.
Valentina Tomaselli, II B, a.s. 2013-2014

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