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Teresa Raquin

Teresa Raquin è una giovane fanciulla cresciuta con la zia e il cugino Camillo, in una discreta dimora nei pressi di Vernon. I tre, nella prima fase della loro vita, si sono ritagliati un’esistenza pacifica ma piatta, “ignorando le gioie e i dolori di questo mondo”. La vita è per loro un susseguirsi di giornate buie e vuote, scosse dalla costante e perpetua malattia del giovane Camillo e dominate dall’ansia e dalle preoccupazioni della madre, che si contende il figlio continuamente con le tenebre. Teresa, rimasta presto orfana, divide con il cugino le attenzioni e le tenerezze della zia, nonché le sue medicine, come se fosse anch’essa una “bimba malaticcia”. Trascorre così la sua infanzia e la prima giovinezza nel grigiore e nella desolazione della casa della zia, con la lucida consapevolezza di essere destinata, una volta raggiunti i vent’anni, a unirsi in matrimonio con il cugino. Dopo le nozze, la vita dei due giovani sposi procede inalterata: quella di Camillo sempre con la “immutabile egoistica tranquillità”, quella di Teresa con la sua “abituale dolce indifferenza”. Qualche giorno dopo il matrimonio, i tre decidono di lasciare Vernon per stabilirsi a Parigi in una misera abitazione situata nel passaggio del Pont Neuf. La tetra tranquillità della loro nuova esistenza viene improvvisamente scossa e turbata dall’inaspettata visita di Lorenzo, giovane che in passato aveva abitato vicino a Teresa e Camillo e con il quale giocava quando erano bambini. Lorenzo, in precedenza pittore, giovane parassita posseduto dal solo desiderio dell’ozio, entra a far parte della vita dei giovani e della vecchia Raquin, che lo ricopre di attenzioni e delicatezze, amandolo come un figlio. Sempre ben accetto, il giovane Lorenzo trascorre spesso i pomeriggi a casa Raquin, riprendendo la sua amicizia con Camillo, ma in particolare seducendo Teresa. I due cominciano, così, la loro storia di amore scabroso e inquietante, l’una spinta dal desiderio di evasione e di ribellione, l’altro riconoscendo in Teresa una persona in grado di garantirgli tranquillità e di concedergli di coronare la sua propensione all’ozio. Spinti dal desiderio passionale i due giovani amanti concepiscono e portano a termine l’assassinio di Camillo, che viene affogato, gettato da Lorenzo, nella Senna. Da questo atto brutale e violento ha origine e si consuma il dramma dei due amanti, che, dopo aver prudentemente atteso qualche anno, convoglia a nozze. La realtà non coincide tuttavia con i loro progetti: Teresa e Lorenzo sono continuamente logorati e straziati dal fantasma di Camillo, che aggiunge alla loro comune prostrazione un’ansia imprecisa e dolorosa. I due sposi non sono più in grado di amarsi come un tempo: l’annegato risuscita continuamente, emerge da quell’acqua, agghiacciando la vita dei due assassini, che vivono ora in uno stato di perpetuo terrore. Col tempo Teresa e Lorenzo, ormai del tutto consapevoli dell’insuccesso della loro unione, diventavano sempre più sospettosi l’uno nei confronti dell’altra. I due giovani scorgono davanti a sé ”solo un’infinita distesa di dolore, una conclusione violenta e sinistra.” Il dramma della loro esistenza si conclude avvelenandosi. Solo la morte è ormai in grado di porre fine alle insostenibili angosce del loro animo dilaniato.

Teresa e Lorenzo: giovani amanti vittime del loro stesso peccato, artefici del loro tragico destino. Uniti inizialmente da una terribile passione, i due giovani si riducono dopo il matrimonio a tremare degli stessi brividi, e i loro cuori sono destinati a struggersi della stessa angoscia. Dopo la loro tragica comunione, Teresa e Lorenzo dispongono per soffrire e per gioire di un unico corpo e di una sola anima. L’inquietante passione, che prima li univa, si trasforma, dopo l’assassinio di Camillo, in terribile sofferenza assai diversa da quanto auspicato inizialmente dai giovani amanti. Il matrimonio, successivo al delitto, unisce gli sposi in un “orribile abbraccio in cui il desiderio è sostituito dal terrore e dalla sofferenza”. Non più passione e amore ma solo ansia e preoccupazione. L’annegato, ogni notte, riappare e si sdraia accanto ai due giovani, procurando loro i sogni più terribili. Teresa e Lorenzo sono logorati dall’incessante preoccupazione di essere scoperti del loro delitto, denunciati dalla loro vittima rinvigorita dalla forza, dalla potenza delle tenebre ed eternata da quella morte terribile. E’ proprio Camillo, quel giovane sofferente e malaticcio, il vincitore di questa lotta, colui che trascinerà presto negli abissi del terrore i giovani amanti, dopo aver reso impossibile la loro vita immersa in un perpetuo stato di dolore angosciante e di sofferenza. Teresa e Lorenzo dovranno così riconoscere esplicitamente che il loro matrimonio è l’inevitabile castigo del loro delitto e che l’ampiezza vertiginosa di quell’egoismo, che li ha spinti all’assassinio per soddisfare la reciproca bramosia, altro non li ha condotti che ad una esistenza desolata e intollerabile.
Silvia Luka, classe II B, a.s. 2013-2014

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