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La signorina Else

La signorina Else, scritto da Arthur Schnitzler, narra la storia di una ragazza diciannovenne non ancora sposata, dotata di un'incantevole bellezza, che, nel periodo successivo alla prima guerra mondiale, trascorre le sue vacanze in un lussuoso albergo di montagna, nella località di San Martino di Castrozza, con la zia ed il cugino Paul. Else proviene da una ricca famiglia borghese, senza apparenti problemi economici, che in realtà si trova a fronteggiare l’incombenza di alcuni debiti dovuti alla tendenza del padre di giocare in borsa. In un tardo pomeriggio dopo aver smesso di giocare a tennis con il cugino Paul e la sua Cissy Mohr, Else sta tornando in albergo ed Entrata nella hall le viene consegnato un telegramma inviato da sua madre. Con esso viene informata della situazione critica del padre che, per non essere arrestato, avrebbe dovuto consegnare trentamila fiorini al dottor Fiala, e viste le precedenti richieste di denaro ai parenti non sarebbe stato possibile ricavare da essi un sostegno economico. Viene pregata dunque di recarsi dal signor Dorsday, un ricco barone, vecchio amico del padre, che alloggia allo stesso albergo, e perché lo implori affinché invii i soldi al dottor fiala entro la data fissata. Da qui si generano in Else pensieri contrastanti. La ragazza non crede che sia utile pagare il debito poiché è sicura che passato poco più di un mese la situazione si sarebbe presentata nuovamente . Inoltre si insinua in lei un sospetto, quel Dorsday che mai le era stato poi cosi simpatico avrebbe di sicuro chiesto qualcosa in cambio ed essendo lei una giovane assai attraente non era difficile immaginarsi quale sarebbe stata la richiesta di questo. Ma come potevano i suoi genitori aver fatto cosi conto sul suo affetto filiale e sulla sua bellezza? Nonostante non condividesse la richiesta fattale falla madre, Else, dopo aver indossato un elegante vestito nero con un'ampia scollatura, scese decisa a parlare con il barone. Incontrato Dorsday i due cominciarono a passeggiare. La giovane spiegò la sventurata situazione della sua famiglia, pregando il ricco uomo di consegnare a Fiala i trentamila fiorini. Questo accettò di buon grado la richiesta,ma pose una condizione: Else si sarebbe dovuta presentare senza abiti o nella sua camera, o in una radura del bosco, dopo il diner. La giovane era smarrita, confusa e a tratti anche arrabbiata e umiliata. Disprezzava quell'uomo che ormai vedeva come un depravato allo stesso tempo la speranza la portava a pensare che fosse stato solo uno scherzo di cattivo gusto. Non voleva vendersi, per quanto lei non fosse poi una ragazza con troppo pudore. Doveva farlo, non poteva abbandonare la sua famiglia, lei era la loro unica salvezza. Si diresse dunque nel fitto del bosco che circondava l’albergo, dove infine, sovrastata dalla tensione e dai mille pensieri,si addormentò. Dormì per alcuni minuti, forse anche per un’ora, tanto che, quando tornò all’albergo, tutti erano in pensiero per lei. Entrata nella hall infatti la accolse il cugino, Else giustificò la sua assenza dicendo di aver una forte emicrania.Nel frattempo era arrivato un nuovo telegramma, questa volta scritta dal padre. La perdita non era di trentamila fiorini bensì di cinquantamila. Di nuovo la sua mente venne offuscata da mille pensieri e mille sensazioni. La ragazza non voleva assolutamente cedere alla richiesta di Dorsday, pensò dunque che la scelta migliore sarebbe stata quella di scendere nella sala da pranzo con addosso solo le scarpe e il mantello che al momento opportuno si sarebbe tolta, accontentando cosi il ricco barone. Se l’umiliazione dopo aver compiuto quel gesto fosse stata troppa, avrebbe potuto benissimo togliersi la vita con le sei cartucce di veronal che aveva immerso dentro ad un bicchiere pieno d'acqua. Prese coraggio e ,dopo il diner, scese la scalinata che portava alla hall e si diresse verso il salone, dove tutti la osservavno stupiti. Si domandò se si fossero accorti che sotto al mantello non indossava niente, ma non le interessava, lei si sentiva cosi libera senza quegli abiti. Si diresse infine nella sala da gioco. Appena scorse Dorsday fece cadere il mantello mostrandosi nuda. Poco dopo svenne. Venne soccorsa e riportata in camera dalla zia, da Paul e da Cissy. Else riusciva asentire tutti i loro discorsi, ma le era impossbile qualsiasi movimento. Lo stesso Dorsday era andato ad assicurasi che la ragazza si fosse ripresa. Ma questa, presa dalla vergogna e dal panico, mentre nessuno la sorvegliava,usò le sue forze rimanenti ed inghiottì il bicchiere colmo di veronal. Quando ormai era troppo tardi per tornare indietro, si accorse che in fondo, non desiderava morire, cercò di chiamare Paul perché la salvasse. Purtroppo però era ormai scivolata tra le braccia della morte. ELSE La protagonista è il narratore stesso. Il racconto infatti si sviluppa interamente in prima persona, essendo il susseguirsi dei pensieri della ragazza. Else è una giovane donna dall'animo fragile che comincia a confrontarsi con il mondo adulto. È molto bella: magra, con belle spalle, capelli biondo rame e gambe affusolate. Di ciò è consapevole a tal punto che lei stessa si vanta di essere dotata di una bellezza e di una sensualità uniche. In altri momenti invece sembra che viva e consideri queste qualità come fossero una maledizione, la richiesta del barone ne è la dimostrazione. Nonostante ciò Else non nasconde la sua bellezza, anzi ama metterla in mostra e sentirsi apprezzata. Nel corso della storia assume punti di vista diversi dimostrando la sua fragilità data anche dalla giovane età, manifesta però una grande intelligenza ed un grande spirito di osservazione giacché studia ogni situazione le si presenti ed ogni altro personaggio. Ha un carattere ingenuo, impulsivo e vulnerabile. Il suo comportamento rispetto agli altri è distaccato ed altezzoso come lei stessa afferma. La sua scelta di morire non è dovuta unicamente all'umiliazione subita, ma anche alla difficile situazione economica della famiglia. Else era costretta a fingere che questo problema non esistesse e di questo era davvero stanca. Grazie alla sua irreparabile azione notiamo la sua determinazione e convinzione, poco dopo però veniamo smentiti dal suo non volere davvero morire e quindi dall'essersi pentita. Ilaria Gelli, I B, a.s. 2012-2013

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