Come usare Lego ergo sum

Usa la casella di ricerca qui sotto.
Oppure, scegli tra gli autori a lato.

Cerca il titolo o l'autore

Viaggio con la giovane ebrea

Viaggio con la giovane ebrea Edizione a cura dell’ Accademia Panziniana di Bellaria Igea Marina (2010) Anno della prima pubblicazione: 1935 (pubblicato per la prima volta con il titolo di Viaggio con la giovane Rossana su Nuova Antologia nel periodo 1 gennaio - 16 febbraio) n. pagine: 123 Questo breve romanzo di Panzini si snoda intorno ad una vicenda che l’autore dice di aver vissuto, si tratta di un viaggio in treno, con destinazione Falconara Marittima, affrontato in compagnia di una giovane ragazza ebrea di nome Rossana. Il romanzo si ispira al periodo in cui Panzini insegnò trascorso al liceo Mamiani di Roma, dove Panzini ebbe come allieva Rosanna Morpurgo. Il racconto principale è però accompagnato da digressioni e lunghe descrizioni nelle quali l’autore propone citazioni colte ed erudite, utilizza un linguaggio ricco di riferimenti e affronta diverse tematiche. La storia di Rossana è dunque una sorta di filo conduttore del romanzo; Panzini si serve di essa per parlar di diverse realtà e intrecciare racconti, intrisi di quella cultura classica appresa fin dai tempi dei suoi studi al Liceo Foscarini di Venezia. La vicenda si apre con un flashback: ci si trova negli anni che seguirono la Prima Guerra Mondiale, in un luogo non precisato dell’Italia centro-settentrionale (Marche? Emilia Romagna?). L’autore è un personaggio della storia e racconta in prima persona di un incontro avvenuto durante gli anni del suo insegnamento in un Ginnasio con una giovinetta, Rossana. Nel corso di un dibattito tenuto dallo stesso professore la ragazza viene interpellata e risponde alle poche domande che le sono rivolte. Il lettore apprende attraverso questo dialogo iniziale un dettaglio fondamentale: Rossana è ebrea. Da questo momento Panzini si serve della vicenda di Rossana e inserisce diverse digressioni. Elenca dapprima le sue conoscenze riguardo gli ebrei, riferendo fatti che ha sentito dire e parlando di personaggi che ha realmente conosciuto, per passare poi a considerazioni più generali. La narrazione prosegue e le vicende della giovane tornano in primo piano: apprendiamo che si è trasferita in Italia con la famiglia dalla Dalmazia, ecco un nuovo pretesto dell’autore per altre riflessioni. La maggior parte delle notizie che il lettore può apprendere sulla giovane Rossana, si ricavano dai dialoghi e dalle discussioni spesso accese che avvengono in casa del professore, dove la giovane si reca talvolta dopo le lezioni in compagnia di un’amica. Durante una delle sortite, le due amiche annunciano di aver conseguito l’esame di maturità, Rossana ha scelto di iscriversi a Legge, dice di voler avere i mezzi necessari per difendersi, un domani. La presa di posizione rivela una realtà amara, raccontata al professore dall’amica: la famiglia di Rossana ha dovuto affrontare una grave crisi economica, gli affari in Dalmazia non vanno per niente bene; ad aggravare la situazione sopraggiungono la morte della madre e l’emigrazione del padre. La narrazione si avvia in questo modo verso la conclusione. La partenza del narratore per la Festa del Sole è ritardata dall’arrivo di Rossana che, costretta dagli avvenimenti, deve far ritorno in Dalmazia; gli annuncia di essere in partenza per Spalato nel tentativo di risanare per quanto possibile i debiti della famiglia. Le si prospetta un lungo viaggio in treno in compagnia di quello stesso professore che l’ha accompagnata durante il suo percorso formativo. La figura del narratore: Panzini si presenta in quest’opera come narratore e personaggio della vicenda. Non fornisce indicazioni né sul luogo, né tantomeno sugli anni precisi in cui si svolgono i fatti narrati. Il lettore è portato a desumere le informazioni e in generale, deve accontentarsi di ciò che l’autore gli propone. L’intento di chi scrive non sembra infatti quello di proporre un romanzo fatto di personaggi e complicati intrecci di vicende, quanto piuttosto quello di lasciarsi andare ad una narrazione che scorre fluida e perde a tratti gli aspetti propri di un romanzo. Mi riferisco ad una serie di considerazioni che si manifestano a più riprese nel corso della storia e riguardano gli ebrei. Ora, non voglio dare ad intendere che Panzini voglia condannare gli ebrei, certo è che in più passaggi si esprime con tono di disappunto nel loro confronti e, servendosi di uno stile non certo elogiativo, ne descrive abitudini e modi di fare. Affronta l’argomento già nei primi capitoli, analizzando ad esempio le figure di ebrei da lui conosciuti. La caratteristica principale di questi uomini, che l’autore ritiene essere propria di tutti gli ebrei, è la propensione al suicidio (atto notoriamente condannato dalla Chiesa cattolica). Seguono poi frasi di questo tipo: “vi sono, in verità, ebrei molto orgogliosi che fanno venire in mente Lucifero, che era ebreo anche lui”, o ancora “bisogna pensare che era un vecchio che diceva così, scaltrito nelle cose del mondo, e –per giunta- un ebreo. Ma è dono delle Muse spargere il fiore della giovinezza anche su le teste dei vecchi; e distinzione elle non fanno fra cristiani e pagani”. Anche la figura della stessa protagonista viene sminuita: sembra quasi che Rossana non riesca a rispondere adeguatamente alle continue provocazioni dell’insegnante. A questo punto mi domando: come si pone quest’uomo di fronte alla latente ma sempre presente, anche nella società italiana, discriminazione nei confronti degli ebrei e del loro mondo? Probabilmente varrebbe la pena scandagliare questi risvolti di una postura sociale che si farà dramma di lì a pochi anni con l’emanazione delle leggi razziali. Non è chiaro se questi continui riferimenti agli ebrei come a uomini dalla personalità deviata, avidi di guadagno, che si abbandonano ai piaceri e corrompono la società siano un attacco diretto o piuttosto il tentativo da parte dell’autore di sottoporre ai suoi lettori problematiche che all’epoca riguardavano molto da vicino la società. MIla Schivardi, III B, a.s. 2012-2013

Nessun commento:

Posta un commento