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La morte a Venezia
Thomas Mann, La morte a Venezia. Gustav Aschenbach, scrittore, colto dal desiderio di viaggiare, decide di concedersi una vacanza, una pausa, un’evasione dalla vita quotidiana. Uomo tranquillo, da sempre alieno da qualsiasi distrazione, si reca così in un’isola dell’Adriatico dalle bellissime e frastagliate coste sul mare aperto. Non soddisfatto di questa prima destinazione, lo scrittore ricerca una seconda meta e decide, quindi, di trascorrere qualche giorno al Lido di Venezia, località dalla spiaggia dolce e sabbiosa, la sola a concedere un lieto ed intimo contatto col mare. E’ qui, sullo sfondo di una Venezia equivoca e torbida, su cui sembra incombere il colera, che Gustav Aschenbach rimane infatuato da un giovane ragazzo polacco, ospite del suo stesso albergo. Lo scrittore comincia così ad osservarlo, a seguire ogni suo movimento, da quando si incontrano per la colazione mattutina fino al calar della sera. Aschenbach trascorre le sue giornate ad ammirare quella nobile e divina bellezza, quel viso pallido e grazioso attorniato da biondi ricci del giovane quattordicenne per lui così irraggiungibile. Affascinato e sedotto dalla sua gioventù, dalla sua grazia e soavità Gustav Aschenbach viene travolto da una forte passione per quel ragazzo dal sorriso perfettamente amabile, attorno al quale ruotano le intere giornate dello scrittore. Ascoltando le voci degli amici e dei familiari riesce a percepire il nome del giovane: “Tadzio”. Il ragazzo rappresenta per Aschenbach un desiderio irraggiungibile, un sogno inarrivabile; risveglia in lui il ricordo della sua giovinezza, già passata e trascorsa di un’età già vissuta, ora imprendibile. Dopo aver trascorso qualche tempo al Lido, poiché la situazione atmosferica è molto dannosa alla sua salute, Aschenbach decide di lasciare Venezia. Una volta giunto alla stazione, lo scrittore, rattristato dall’esigenza di doversi allontanare da quel luogo così amato, abbandonato in quell’incantato oblio, viene a sapere che il suo baule è stato spedito ad una destinazione sbagliata. Per questo imprevisto si trova felicemente costretto a dover rimanere a Venezia. Fa così ritorno al Lido, dove, con immenso piacere, comincia nuovamente ad osservare la vita del giovane Tadzio. Una forte ed aggressiva epidemia di colera si è però impossessata di Venezia, ha invaso l’intera città e ora domina le calli e le strade. Tuttavia i cittadini si rifiutano di parlarne, continuano a tacere e tentano di nascondere, per quanto ancora possibile, l’amara realtà. Aschenbach, sebbene a conoscenza di ciò, decide, ugualmente, di rimanere a Venezia, andando incontro al suo triste destino. Lo stesso giorno in cui la famiglia del giovane Tadzio sarebbe dovuta partire, Aschenbach si trova sdraiato in poltrona sulla spiaggia ed osserva per l’ultima volta il giovane Tadzio sulla riva; si alza quasi per andargli incontro, ma ricade in avanti; è così che la vita lo tradisce e lo abbandona.
Analisi del protagonista Gustav Aschenbach
Lo scrittore Gustav Aschenbach è un uomo tranquillo, da sempre interessato all’arte e all’osservanza dei canoni classici, giunto ormai al tramonto dei suoi anni. La sua fronte è solcata da profonde rughe che sembrano quasi cicatrici, la bocca grande, le guance magre; i suoi occhi guardano stanchi e penetranti, attraverso le lenti, il mondo esterno. Troppo oppresso dal dover produrre, troppo alieno da alcuna distrazione per essere amante del mondo esterno, lo scrittore non aveva mai avuto la minima aspirazione a lasciare il suo paese. Viene, invece, colto da una forte voglia di viaggiare, dal desiderio di cose nuove e lontane, desiderio di liberazione, di alleggerimento, di oblio. Giunto al Lido il suo stile di vita tranquillo, che procedeva lungo una strada senza curve, già prestabilita, viene invece scosso dall’incontro col giovane Tadzio, ragazzo polacco quattordicenne. Il fascino del giovane, la sua perfetta e profonda bellezza, il fiore dei suoi anni seducono Aschenbach e risvegliano in lui una profonda passione per quel ragazzo così amabile e pieno di vita. Nasce così, e si alimenta, la profonda passione senile dello scrittore nei confronti del giovane quattordicenne. Aschenbach trascorre tutto il suo tempo, le sue intere giornate ad osservare quel giovane dalla straordinaria bellezza. Di fronte all’estrema attenzione dello scrittore nei confronti del ragazzo, l’indifferenza e l’innocenza del giovane, probabilmente ignaro della travolgente passione di Aschenbach. E’ proprio osservando il giovane Tadzio che lo scrittore Aschenbach ha l’ultimo contatto col mondo prima di essere vinto dalle tenebre e di abbandonarsi alla morte.
Silvia Luka, I B, a.s. 2012-2013
Autore
Mann Thomas
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