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Sostiene Pereira
Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira
Tutto ebbe inizio in un giorno d'estate, da un incontro che nessuno aveva capito sarebbe stato importante per la vita di molte persone.
Quando il Dottor Pereira, giornalista che, abbandonata la cronaca nera, si occupa della pagina culturale del "Lisboa", mediocre giornale locale, si imbatte in un articolo, affascinato dall'esperienza dell'autore in materia, decide di contattarlo per offrirgli un lavoro come assistente all'interno della sua redazione. E' in questa circostanza che conosce Monteiro Rossi.
Questi è un ragazzo molto giovane, che a dir la verità assomiglia molto allo stesso Pereira nella sua gioventù, forte di idee politiche rivoluzionarie, che condivide con la sua bella fidanzata Marta, dalla quale il Dottore viene subito affascinato.
Immediatamente il giornalista mette al lavoro il giovane apprendista, rimanendo però deluso dai suoi lavori, da lui definiti "impubblicabili", a causa della presenza di una forte base politica, assolutamente improponibile da parte di un giornale neutrale come il Lisboa.
Ben presto però, Monteiro Rossi abbandona la città e di conseguenza il lavoro per spostarsi tra le varie parti del paese, per motivi che a Pereira rimarranno oscuri per molto tempo. Misteri e dubbi verranno tutti svelati con un gran colpo di scena finale che lascerà tutti senza fiato.
Il sottile filo di suspance collega l'immaginazione del lettore e la figura di un uomo incatenato al suo passato, talmente impegnato ad elaborare inutilmente il lutto per la moglie venuta a mancare, da non accorgersi di quello che stava succedendo attorno a sé, nella sua patria.
Forse e' proprio quella spensieratezza, tipica del suo carattere, che porta il protagonista ad immischiarsi in questioni delicate e in situazioni pericolose, più grandi di lui, più grandi di chiunque, in realtà.
La grande capacità di Tabucchi, a mio parere, sta nel riuscire a raccontare una verità fin troppo contemporanea, attraverso la stesura di una storia apparentemente semplice, che in realtà cela un significato più profondo, più oscuro, che, inizialmente, solo leggendo tra le righe è possibile scoprire.
In "Sostiene Pereira" , infatti, storia di un uomo, delle sue abitudini, semplici e costanti, e delle sue relazioni, inscenata sullo sfondo di un Portogallo, assoggettato dal regime salazarista, Antonio Tabucchi ci racconta la Lisbona del 1938. Ci racconta una storia di finzione, di silenzi e di coraggio. Facendo del suo personaggio ciò che ognuno di noi può essere, un semplice uomo, egli riesce a far immedesimare, con esso, il lettore e a rendere ognuno di noi protagonista, con l'intento anche di far capire che il primo passo, per quanto piccolo, è sempre il più difficile. In queste poche pagine ci riporta ad uno dei fondamenti della vita: l'uomo non è tale fino a che non si libera della paura.
Paura delle autorità, delle persone di maggior influenza, dei fatti, della verità.
"Sostiene Pereira" è una storia che nasce nell'ingenuità del suo protagonista e che si conclude nell'exploit di un uomo che, a differenza del resto del suo paese, trova il coraggio di affrontare la realtà, di denunciare i soprusi ai quali è soggetto l'intero popolo, immobilizzato però dalla paura delle minacce, dei ricatti e delle conseguenze delle azioni.
Già dall'inizio del romanzo, semplicemente pubblicando, raggirando la censura, le traduzioni dei grandi scrittori francesi, da lui tanto amati, Pereira aveva fatto, quasi involontariamente, ciò che molti non avrebbero mai avuto il coraggio di fare: era andato contro le istituzioni. Pereira aveva difeso la sua libertà, il suo diritto di affermare ciò che riteneva giusto.
L'opera di Tabucchi, dalla struttura molto semplice e a volte ripetitiva, inizia con le stesse due parole che compongono il titolo, "Sostiene Pereira" , e che costituiscono un sintagma che viene ripetuto svariate volte. Ciò mi fa pensare che l'autore abbia preso questa decisione nell'intento di concentrare l'intera situazione sul suo personaggio, volendo sì smascherare le orribili tragedie che insanguinavano quella che considerava la sua seconda patria, ma volendole sempre in parte tacere, perché la verità è dura da accettare, da comprendere; soprattutto quando la verità non è come la vorremmo noi e quando riguarda un passato che brucia ancora sotto i resti di persone private del loro essere.
Sono pagine che sanno di fedeltà, di amicizia e di coraggio. Di quel coraggio che ci permette di andare contro tutto e tutti. E' una storia di riscatto sociale, una di quelle che parla, che urla contro le ingiustizie che negli anni di una delle più aspre guerre civili passavano sotto silenzio.
Sofia Erlicher, II B, a.s. 2012-2013
Autore
Tabucchi Antonio
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