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Il processo
Franz KAFKA, Il processo, Milano, 1998, pp. 265
Il processo è un opera complessa e criptica, ma allo stesso tempo straordinaria. La trama di questo libro riguarda una misteriosa vicenda giudiziaria, della quale non ne verrà mai spiegata l'imputazione.
Una mattina Joseph K. , un procuratore di banca, il protagonista di questo romanzo, viene arrestato nel suo appartamento da due poliziotti, Franz e Willem, senza che gli venga spiegata la motivazione. Pensa subito che si tratti di un errore e che sia necessario intervenire per risolvere questo malinteso. In seguito si reca in tribunale, dove discute violentemente con un magistrato. Sotto consiglio dello zio si rivolge quindi al famoso avvocato Huld, il quale consiglia di risolvere la questione in modo extra -giudiziale in quanto sostiene che questo tipo di cause, che trattano delitti non definiti, si possono risolvere solo con questi sistemi che altro non sono che tentativi di corruzione e archiviazione del caso. Questa situazione pone Joseph in una situazione di impotenza, e la sua vita da ordinata e prevedibile diventa un incubo di incertezza e ambiguità.
Joseph procede quindi con le vie legali e si trova di fronte una fantomatica organizzazione giudiziaria costituita da una miriade di uffici che sono stranamente situati in solai di misere case. Questo lo fa sentire indifeso e in balia degli eventi. Si trova quindi coinvolto in un meccanismo giudiziario in cui : il processo incombe come una minaccia oscura alla sua vita, l'avvocato che dovrebbe difenderlo si rivela impotente ed incapace, e anche ogni richiesta di aiuto fatta a diversi personaggi collegati alla giustizia per amicizie o parentele, si rivela inutile.
I giorni trascorrono quindi con la certezza che dovrà affrontare un processo, a mano a mano che passa il tempo perde la consapevolezza della propria innocenza e comincia ad accettare di essere colpevole pur non avendo compiuto alcuna colpa, ma solo per il fatto di essere accusato. Pensa quindi che tutte le persone lo isolino perché conoscono la sua colpevolezza.
In seguito incontra, nel duomo, il cappellano del carcere che gli racconta l'allegoria dell' uomo che cerca di essere ammesso alla presenza della legge. Da ciò comprende che il suo processo non è ancora iniziato e che non c'è nessun modo di fuggire da questo. Rassegnato quindi si rende conto che un potere superiore e negativo ha già deciso da tempo la sua condanna.
In fine nel giorno del suo trentaduesimo compleanno due uomini lo portano in un luogo isolato e grottesco invitandolo a suicidarsi. Egli, però, si rifiuta e viene quindi ucciso. In quel momento si rende conto che a nulla è valsa la sua vita e il suo impegno perché muore "come un cane", senza dignità umana e in solitudine .
In questo libro è ben visibile come Kafka, scrittore praghese di famiglia ebrea e di lingua tedesca, riporti nei suoi romanzi i numerosi influssi che hanno caratterizzato le sue origini, quali: le tradizioni di Praga, il senso di colpa e di persecuzione tipico degli ebrei e tendenze al misterioso e al fantastico. Infatti rileviamo nelle vicende di Joseph K. un alone di mistero e sia i luoghi che i personaggi rappresentati sono a volte surreali; come ad esempio gli uffici dell'organizzazione giudiziaria e del tribunale e i due personaggi che rappresentano la morte alla fine del libro.
La complessità di questo libro è derivata dal fatto che anche se dal punto di vista stilistico la sua scrittura è distaccata, limpida e imparziale, con narratore esterno, i contenuti sono invece, di difficile comprensione e contengono sfumature autobiografiche.
Il protagonista è un tipico personaggio Kafkiano che racchiude in sé molteplici temi: la solitudine dell'uomo, l'incapacità di stabilire un rapporto di accettazione con il mondo che lo circonda e la consapevolezza della sua condizione di escluso. Vive in una società in cui la possibilità di salvezza è sempre più difficile, in quanto viene senza motivo accusato e condannato. Dopo aver letto anche la Metamorfosi di Kafka, è possibile trovare un'analogia tra i due protagonisti di questi romanzi: entrambi subiscono una metamorfosi nel corso del racconto; mentre nella Metamorfosi avviene una trasformazione prevalentemente fisica e inverosimile, Joseph, invece, subisce una "metamorfosi" che lo trasformerà da giovane cittadino modello in un colpevole pronto anche a corrompere i giudici e a compiere atti immorali pur si sfuggire alla legge e al suo inappellabile giudizio.
Chiave è anche il fatto che non viene mai rivelata l'imputazione del delitto per cui K. è accusato, in quanto Kafka è interessato più alle non-reazioni degli uomini, che alle cose o agli avvenimenti.
Personalmente il libro mi ha coinvolto molto poiché l'angoscia del protagonista viene espressa così bene che ci si sente coinvolti in questa drammatica vicenda e desiderosi di conoscerne sia le motivazioni che gli esiti. Il libro mi è piaciuto anche se per comprenderlo a fondo ho dovuto a fine lettura informarmi sulle tecniche stilistiche dell'autore e sulla sua vita.
Mi ha colpito molto il fatto che in punto di morte K. non invoca nè Dio nè una persona amata ma dice " come un cane" per manifestare la propria solitudine e il destino crudele che lo ha portato inesorabilmente ad una morte violenta senza alcun rispetto della sua persona. Credo quindi che in questa frase si possa leggere il pensiero di Kafka sulla condizione umana all'interno di una società che è ostile all'uomo e lo fa soccombere senza dare alcun valore nè alla sua vita, nè a ciò che ha costruito e semplicemente lo elimina a volte anche brutalmente.
Giulia Pesce, II B, a.s. 2012-2013
Autore
Kafka Franz
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