Il Sopravvissuto
Nonostante io abbia letto solo una scelta antologica di questo romanzo, ho subito colto il suo carattere forte e incisivo. L’inizio della narrazione è molto calmo, la scena viene descritta in modo molto tranquillo, tuttavia si sente la presenza di sottofondo dell’angoscia. Questa sensazione è misteriosa, non si sa da dove provenga e perseguita il professore di storia e filosofia Andrea Marescalchi fino all’arrivo a scuola. La città è fin dall’inizio descritta come un luogo isolato e infelice: “una pustola nel mezzo della depressione geologica”. La storia a mio parere si divide in tre fasi, la prima propone una visione della città come agglomerato di case escluso dal mondo, la seconda racconta il massacro dei professori compiuto dallo studente Caccia, e la terza, ovvero la più significativa, il cambiamento della vita all’interno della cittadina e la “nuova identità” di Andrea Marescalchi. Tutte queste tre fasi sono particolareggiate, vari dettagli fanno si che il lettore riesca ad entrare a far parte degli avvenimenti quasi fosse lì a vivere la vicenda. Nella fase iniziale una di queste potrebbe essere la descrizione delle refolate di vento ognuna con un odore diverso ma pur sempre disgustoso. Le bidelle vengono rappresentate in un comportamento “sciatto” che non muta assolutamente all’arrivo del professore o anche l’immagine del sorriso sul volto si Caccia quando entra nell’aula preparata per l’esame di maturità. In tutta la seconda fase, che ha come scena iniziale l’estrazione della pistola, sono presenti descrizioni dettagliate di ogni avvenimento, dal primo all’ultimo sparo, in particolare quando il proiettile trapassa il corpo. Il narratore attraverso questi elementi, come ad esempio l’immagine dell’ insegnante di religione che implora pietà piangendo, ma viene ugualmente uccisa o quella del professore di matematica che tenta di scappare, ma cade a terra in ginocchio per poi essere ucciso da due colpi di pistola alla schiena, mirano a suscitare nel lettore il disgusto e lo sgomento. Importante secondo me è come l’autore faccia dei confronti durante tutta la narrazione: il primo viene dato nella scena in cui Andrea entra nella sala con apparente serenità, mentre tutti gli sono in preda al nervosismo. Il secondo avviene quando Marescalchi si ferma davanti alla scuola quasi la volesse sfidare: lui, uomo pieno voglia di insegnare, realmente interessato alle sorti e al futuro di tutti i ragazzi, compreso Caccia e la scuola, rappresentata come un luogo tutt’altro che accogliente e rassicurante, costruito di lamiere e vetro, quasi fosse una prigione. Il terzo e più importante è il confronto fra il professore e il resto del mondo, in particolare i cittadini, fatto nella scena in cui Andrea partecipa alla trasmissione. Il mondo ha già le sue idee, non si preoccupa di conoscere la verità e ciò che realmente ha portato Vitaliano a compiere un gesto simile: Andrea non solo non viene ascoltato, ma non viene nemmeno lasciato parlare. Qualsiasi cittadino considera i giovani colpevoli di tutto e vede il professore come un sopravissuto alla loro furia, Andrea invece è l’unico che cerca la verità anche perché si sente in parte colpevole di quanto è accaduto. Resta quindi da chiedersi cosa veramente rappresenti il protagonista per l’autore.
Sofia Minghetti, classe I B, a.s. 2011-2012
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