AUTORE: ANTONIO SCURATI
TITOLO: Il sopravvissuto
LUOGO DI EDIZIONE: Milano
CASA EDITRICE: Bompiani
ANNO:2007
PAGINE: 370
"Andrà tutto bene". Così esordisce il professore di Storia e Filosofia , Andrea Marescalchi, rivolgendosi agli studenti di un liceo nel milanese che, nervosi e spaventati, aspettano di iniziare la prova orale dell'esame di Stato.
Il primo in lista per sostenere l'esame è Vitaliano Caccia, alunno ripetente che la commissione, a causa di un punteggio troppo basso assegnatoli allo scritto, ha intenzione di bocciare nuovamente. L'unico docente che sembra difendere lo studente e non desidera la sua bocciatura è proprio Andrea Marescalchi.
Si denota quindi, fin dalle prime pagine del romanzo, la sensibilità del professore che,a causa del ritardo dell'alunno,chiede alla commissione di attendere un quarto d'ora.
Ma la cura e l'attenzione del professore nei confronti di quegli studenti che rischiano la bocciatura va ben oltre ciò che potremmo immaginarci. Il docente infatti ha stilato, per ognuno di questi ragazzi a "rischio", una lista di argomentazioni a favore dello studente da sostenere al consiglio docenti, e una lista con i punti deboli di ciascun professore. Veniamo quindi a conoscenza della lista di Vitaliano Caccia, in cui Marescalchi scrive che è disposto persino all'ostruzionismo al fine di sfinire gli altri colleghi.
Finalmente l'esaminando si presenta davanti alla commissione e, mentre il professore di Storia pensa "è emozionato, agitatissimo", delineando così la sua simpatia verso il ragazzo, gli altri colleghi pensano "è drogato".
Ma si verifica un atto improvviso che smentisce l'affermazione iniziale di Andrea: Vitaliano Caccia infatti estrae la pistola che custodisce nel casco da motociclista e nel giro di pochi minuti uccide tutti i professori, tranne Marescalchi.
Inizia così una lunga estate in cui il sopravvissuto si interroga incessantemente sulle cause che hanno portato Vitaliano a compiere quell' atto di estrema violenza.
E come accade per ogni altra tragedia che si verifichi, i mass media sono sempre pronti, quasi in agguato, ad investigare.
Il professore viene infatti invitato a partecipare ad un talk show come unico superstite e testimone di quella tragedia. Ed è proprio in questa sequenza in cui si racconta l'intervista, che l'autore sembra avanzare una profonda accusa nei confronti dei mass media che tramutano la realtà in una specie di soap opera, fino a ridicolizzare l'avvenimento stesso, facendo spettacolo del dolore altrui.
Nello studio televisivo infatti vi è un plastico in miniatura che rappresenta la scuola, così da poter ricostruire i passi dell'assassino, come se,scrive l'autore, "lui insieme al conduttore e al poliziotto giocasse con il pupazzo di se stesso".
Una critica forte dunque, a cui il professore risponde con il silenzio anche se avrebbe voluto dire " essere stati vittima di una violenza non conduce a nessuna scoperta, e nemmeno l'esserle sopravvissuti".
La narrazione continua e il sopravvissuto non è ancora riuscito a rispondere all'unica domanda che da mesi lo assilla: perché?.
La svolta avverrà quando, rileggendo i suoi vecchi appunti presi durante il colloquio di fine anno con la signora Caccia, Andrea scopre di aver appuntato le parole della madre che dicevano:" Qualcosa di cui ha parlato nelle sue ultime lezioni lo ha molto turbato" .
Nasce così nel protagonista l'idea che sia stato lui ad aver spinto lo studente a quel massacro.
Vitaliano infatti è rimasto deluso dalla lezione sui genocidi in cui il professore non era riuscito a far comprendere la dimensione concettuale del genocidio ma aveva solo stilato una lunga lista di massacri. Decide così, su consiglio dello stesso professore, di farvi una tesina per l'argomentazione a piacere della prova orale dell'esame di Stato.
Sebbene Andrea Marescalchi continui la sua incessante ricerca della verità, non riesce a trovare nessuna risposta, e le riflessioni che fa lo portano solo a pensare " la tesina è incompiuta perché il massacro è la messa in pratica della mia lezione di storia?.
Secondo me l'autore non vuole rivelare la risposta al perchè di questo gesto, proprio per stimolare il senso critico e la fantasia di ciascun lettore.
La vicenda, a mio parere, non deve trovare una giustificazione dell'atto compiuto dallo studente, ma deve essere un punto di partenza da cui poter trarre diversi spunti come,per esempio, il senso del genocidio o l'influenza dei mass media in vicende tragiche che purtroppo sono all'ordine del giorno.
Sofia Fedato, I B, a.s. 2011-2012
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