F. M. DOSTOEVSKIJ, Il Giocatore, Milano, Garzanti 1977, pp. XXXI – 203
I Personaggi
Il generale è un uomo russo di mezza età. Nonostante il suo grado, non è un gran possidente: vuole però apparire molto ricco agli occhi degli altri e pur di raggiungere i suoi obiettivi trascura anche il bene dei propri figli. Tuttavia dimostra di essere un personaggio insicuro. Perde facilmente la calma e spesso non porta a termine i suoi discorsi, lasciandoli in sospeso. Non si distingue per furbizia e acume - “Un allocco, facile preda di sfruttatori e parassiti” (p. XXIV). È giunto a Roulettenburg con il suo seguito.
Polina Aleksandrovna, la figliastra del generale, ha un carattere deciso, altezzoso, ma allo stesso tempo si comporta in modo incoerente. È a Roulettenburg col patrigno.
Antonida Vasil'evna Tarasevičeva - la ''baboulinka'' – è la nonna di Polina, e quindi una zia acquisita del generale. Vive in Russia ed è molto abbiente - ha un immenso capitale e possiede perfino un villaggio. I suoi atteggiamenti sono irruenti, sfrontati, dispotici; l'aspetto e la postura sono lo specchio della sua indole. Antonida stravolge la trama del racconto, poiché da lei dipendono le sorti di tutti gli altri personaggi. Paradossalmente, è un po' comparsa e un po' protagonista.
De Grieux: un ricco marchese, un francese stereotipato: melenso adulatore quando serve, acre e altezzoso in ogni altra occasione. A Roulettemburg aspetta che il generale saldi il debito di migliaia di franchi che ha con lui.
Mademoiselle Blanche è una figura misteriosa. Il generale ne è innamorato, e lei lo trae continuamente in inganno col suo civettare; si interessa solo del denaro altrui. In compagnia della sua presunta madre, la vedova De Cominges, segue il generale nel suo viaggio.
Mister Astley è un timido, composto e mite nobile dall'Inghilterra; anche se non ostenta la propria ricchezza, possiede davvero molto denaro. Anche lui è a Roulettemburg, ma è distaccato rispetto al seguito del generale: è in stretti rapporti d'amicizia solo con Aleksej.
Aleksej Ivanovič, infine, è un giovane precettore russo a servizio del generale. Oltre a Polina, è l'unico in buoni rapporti con la baboulinka, perchè non è interessato ai suoi soldi. Sembra che l'autore si identifichi in questo personaggio, che è il protagoinista.
(i luoghi e i tempi)
Le vicende si svolgono quasi interamente a Roulettemburg, fatta eccezione per gli ultimi mesi raccontati, in cui l'attenzione si sposta verso Parigi.
Tutti gli avvenimenti si articolano nell'arco di circa due anni.
Aleksej giunge a Roulettemburg per unirsi al seguito del generale. Il clima che trova è di attesa e preoccupazione. Il generale, infatti, ha chiesto in prestito cinquantamila franchi a De Grieux per crearsi nella città la fama di ricco possidente e fare colpo su Blanche; la sua fittizia apparenza, però, è destinata a durare fino all'esaurirsi dei soldi. Per questo egli spera nella morte della “baboulinka”, da cui si aspetta di ereditare il denaro sufficiente per ripagare De Grieux e a sistemarsi con Blanche. Anche Polina, a causa dei debiti contratti dal patrigno, è preoccupata, tanto che chiede insistentemente ad Aleksej, che la ama e la serve, di giocare per lei alla roulette - lui perde tutto.
La situazione è interrotta dall'arrivo della baboulinka a Roulettemburg: rapita dalla roulette, dissipa migliaia di rubli e torna in Russia senza lasciare nulla al generale.
Seguono la malattia mentale sia del generale, abbandonato da Blanche, sia di Polina (allora Astley, anch'egli innamorato di lei, la porta via con sé). Aleskej, dopo aver ricominciato a giocare, spende la sua vincita in un breve soggiorno a Parigi con Blanche. Tempo dopo scoprirà che Polina lo ama, ma, ormai schiavo del gioco, non tornerà da lei.
Descrizione di un personaggio
Il gioco, a mio parere, potrebbe essere considerato come uno dei personaggi più significativi. Non è un caso se il gioco si impossessa delle persone dal carattere più complesso, più forte; le persone oltretutto più intelligenti, e che non ritengono il denaro la loro prima necessità. Persone come Aleksej Ivanovič e Antonida Vasil'evna, eccentriche e soprattutto tipicamente russe.
C'è un messaggio ben preciso che l'autore, avendo avuto egli stesso la ''malattia'' del gioco, vuole dare. Pur attribuendo alla roulette un valore negativo, anche se ne descrive il fascino, ciò che secondo me vuole sottolineare è che non tutti sono ''all'altezza'' del gioco.
Coloro che solitamente sono considerati i ''buoni giocatori'' sono quelli che, con apatia e moderazione, non si mostrano rapiti dal gioco, puntano sempre ragionevolmente, non sembrano fremere durante l'attesa della vincita. Essi tuttavia non colgono il vero spirito del gioco.
Più in generale, il gioco si identifica con il rischio, la smodatezza, in tutte le occasioni della vita: caratteristiche che si sposano perfettamente con lo sperpero di denaro, la generosità degli eccentrici russi.
Dostoevskij vuole quindi condannare ''La grettezza, la piccineria del miserabile sistema di accumulo del denaro nelle famiglie della piccola borghesia tedesca'' (p. XXIII) e più in generale europea.
Tutto ciò è confermato dal monologo di Aleksej sull''Idolo tedesco' (pp. 33-35).
Marina Barecchia, I B, a.s. 2011-2012
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