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La signorina Else

La signorina Else, giovane viennese di diciannove anni, è una ragazza di buona famiglia, che si trova in villeggiatura a San Martino di Castrozza, amena località alpina, nella quale sta trascorrendo una breve vacanza in compagnia della zia e del cugino Paul. La giovane ha una personalità altera ed egocentrica; il suo animo è lacerato e scisso dalle sue contraddittorie aspirazioni, dalle sue debolezze e dai suoi ragionamenti avviluppati e contorti. Il lieto soggiorno alpino della giovane viene scosso ed inevitabilmente turbato dall’arrivo di una lettera della madre, dalla quale viene a sapere che il padre, giocatore di borsa, deve assolutamente entrare in possesso di trentamila fiorini per sottrarsi al carcere. La madre le chiede, pertanto, di illustrare la situazione al signor Dorsday, amico di famiglia ospite del suo stesso albergo che, già in passato, in altre occasioni simili, aveva portato il suo aiuto. Alla signorina Else spetta pertanto questo compito scomodo e imbarazzante di chiedere il denaro, ma è altresì a conoscenza del profondo fascino esercitato nei confronti del signor Dorsday ed è pertanto convinta che egli non possa rifiutare. Già scossa dall’arduo e impegnativo compito affidatole dalla madre, la giovane viene ancor di più turbata dalla richiesta del signor Dorsday, che si dimostra disponibile a prestarle il denaro ad una condizione: si sarebbe dovuta mostrare a lui nella bellezza della sua nudità. Si intensifica da qui e si infittisce ancor di più quell’incessante monologo interiore, che fin dall’ inizio del racconto aveva lacerato l’animo della giovane e i suoi pensieri, già in principio contorti, diventano ancor più contraddittori. La protagonista afferma, così, in alcuni momenti di voler salvare il padre ad ogni condizione, rinunciando addirittura al suo onore, per concludere poco dopo di non voler cedere alla proposta immorale e indegna del signor Dorsday. La giovane decide, infine, di soddisfare la richiesta ma ad altre condizioni. Egli non sarà il solo ad ammirare la bellezza della signorina Else ma assieme a lui tutti gli ospiti dell’albergo. La giovane si reca così indossando solo un lungo cappotto nero nella sala da musica dell’albergo, dove si trova il signor Dorsday e qui, al cospetto di tutti i presenti, si toglie il soprabito rimanendo nella sua nudità per perdere i sensi poco dopo per la vergogna. Soccorsa dai familiari viene portata in camera sua, dove, appena riacquistate le forze, in un momento di distrazione del cugino, beve una forte medicina per abbandonarsi alla morte e porre così fine a quelle profonde inquietudini e a quegli incessanti pensieri. ANALISI DI UN PERSONAGGIO Passa ore e ore, trascorre tutto il tempo della sua vita a pensare, a riflettere su argomenti svariati e confusi, sulle tematiche più diverse compiendo lunghi e infiniti monologhi interiori. Discorsi e pensieri disordinati occupano continuamente la sua mente e la distolgono dalla realtà per immergerla in quella dimensione interiore di angosce e inquietudini per l’imminente futuro, tormentati ma talvolta fieri ricordi della vita passata. La signorina Else, giovane ragazza di diciannove anni, si presenta così con la sua personalità assai altera ed egocentrica, con un animo logorato da incessanti pensieri, ma allo stesso tempo sicura di sé con una spiccata e profonda autostima. Bella nell’aspetto e aggraziata nel portamento la signorina Else, con quell’elegante figura e quei luminosi capelli biondi, appare una giovane interessante, dotata di un profondo fascino, ma allo stesso tempo “enigmatica, inquietante, diabolica” e pertanto “ irresistibile”. In seguito alle pretese del signor Dorsday, come ricompensa della somma di denaro da lei richiesta, questi lunghi monologhi interiori diventano ancora più incessanti e tormentati e il suo animo e la sua mente risultano inevitabilmente scissi e disgregati in numerosi pensieri spesso contraddittori. In alcuni momenti la giovane sembra decisa a soddisfare le pretese del visconte per sottrarre il padre al carcere e poco dopo esprime invece tutto il suo disprezzo per quest’uomo. In altre situazioni la ragazza si proietta in una dimensione futura e vede la richiesta del signor Dorsday come un’occasione per cambiare stile di vita e allontanarsi dalla famiglia, per poi cambiare subito idea. Si intensifica così quell’incessante monologo interiore che domina il mondo contraddittorio della signorina Else, in cui ogni elemento, ogni pensiero sono uno l’opposto dell’altro e all’interno del quale il continuo oscillare della volontà non riesce ad acquietarsi in un approdo definitivo. Tutte le angosce della giovane, la sua travagliata vita interiore, le sue contraddittorie e capricciose aspirazioni trovano pace solo nell’atto di concedersi alla realtà ultima e definitiva: la morte. La giovane, comportandosi fino all’ultimo istante della sua vita con quella sua personalità altera ed egocentrica, si abbandona alla morte bevendo una medicina in grado di garantirle un sonno eterno e solo nel momento decisivo, quando ormai è troppo tardi, si pente di ciò che ha fatto e desidera continuare a vivere. La giovane dà così il suo addio a quell’esistenza di insoddisfazioni, di odio e di rammarico nei confronti delle persone che le sono vicine e a quegli incessanti pensieri che dominano il suo animo. Silvia Luka, I B, a.s. 2012-13

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