L'Amphitruo di Plauto
La vicenda si svolge a Tebe, che Plauto tratta erroneamente come una città marittima. Giove, camuffatosi da Anfitrione, mentre questo era occupato in una guerra contro i Teleboi, ne approfitta per godersene la moglie Alcmena.
Mercurio assume le sembianze dello schiavo Sosia, anche lui assente, per reggere il gioco al dio padre. Alcmena non si accorge dell’inganno e quando tornano il vero Anfitrione e il vero Sosia, anche loro si trovano presi nel raggiro di Giove.
Qui hanno inizio reciproche accuse e scompigli fra moglie e marito tipici della commedia plautina, finché Giove confessa il suo adulterio.
Ogni cosa alla fine si aggiusta ed Alcmena partorisce due gemelli, uno figlio di Anfitrione e uno di Giove.
L'Amphitruo è basato su un carattere tipico che caratterizza altre opere plautine: lo scambio di persona, i sosia. Prima dell'inizio della rappresentazione, come spesso accade in Plauto, siamo in presenza di un prologo, che permette sia di far diventare il pubblico quasi parte dello spettacolo spezzando quella che è “l'illusione scenica” (si parla infatti di metateatro plautino), sia di metterlo al corrente sui fatti che precedono la commedia, in modo da fare poi spazio alla comicità.
Plauto nelle sue opere non si preoccupa molto di conferire individualità ai suoi personaggi, quanto invece di ribadire la fissità del loro ruolo scenico; un esempio lampante è Sosia.
Anche in questa commedia Plauto fa grande uso degli “a parte” (soprattutto all'inizio con Mercurio) per provocare grandi risa nel pubblico, che, al corrente dei fatti, può gustare la ricca serie di equivoci e doppi sensi alle spalle del povero Sosia, che è l'unico ignaro.
La trama di questa commedia è, come sempre nelle opere plautine, prevedibile, ma permette in questo modo maggiori risate.
La commedia mi è sembrata molto divertente, e il linguaggio decisamente popolare. Plauto gioca molto con il carattere dei propri personaggi, creando situazioni paradossali ed esilaranti, non si preoccupa di usare termini anche volgari o gergali. Nonostante sia stata scritta più di duemila anni fa, il tono della commedia mi è sembrato ancora molto attuale; il testo è veramente piacevole da leggere.
Breve analisi dei personaggi:
Anfitrione: Orgoglioso e collerico, trova assolutamente inconcepibile l’adulterio della moglie, non sembra in possesso di una grande intelligenza o capacità di riflessione.
Sosia: La classica figura del servo scaltro delle commedie latine; bugiardo, codardo, a modo suo spiritoso, amante del bere, fa affidamento sulla propria furbizia per sopravvivere. L’unico problema è che in questa commedia si trova a confronto con Mercurio, che è notevolmente più furbo di lui.
Alcmena: forse l'unico caso nelle commedie plautine di moglie fedele e devota (invece che autoritaria e dispotica). È anche molto orgogliosa.
Giove: Il dio donnaiolo, potente e abbastanza generoso; spicca il suo senso di giustizia, che impedisce che la colpa di tutta la confusione in casa di Anfitrione ricada su Alcmena.
Mercurio: Il dio intelligente, scaltro e dispettoso, dallo spirito allegro, devoto al padre; a differenza di Giove non esita a scaricare la colpa di tutto su Sosia.
Samuele Lotter, I B, a.s. 2011-2012
Nessun commento:
Posta un commento