TITOLO: La mandragola
AUTORE: Niccolò Machiavelli
GENERE: Commedia satiresca
COMPOSIZIONE: Prologo e cinque atti
PERSONAGGI: Callimaco, Messer Nicia, Lucrezia, Ligurio, fra’ Timoteo, Sostrata, una donna.
LUOGHI: Parigi, Firenze (casa di Messer Nicia, casa di Callimaco, Chiesa).
TEMPO DELLA VICENDA: primo Cinquecento.
RIASSUNTO:
Callimaco Guadagno si trova a Parigi quando apprende da tale Camillo Calfucci della bellezza di una sua parente, Lucrezia.
Callimaco vuole vedere la donna e lascia Parigi.
Giunto a Firenze, dove abita Lucrezia, viene a sapere che è sposata con un dottore di legge, vecchio e sciocco, Messer Nicia. I due sposi vogliono avere figli ma non ne hanno ancora avuti. Callimaco con l’aiuto del pappatore Ligurio e dello schiavo Siro architetta una beffa che gli permetterà di possedere la donna.
Dopo varie peripezie Callimaco riesce a convincere Messer Nicia che l’unico modo per avere figli è quello di far assumere a Lucrezia una pozione di mandragola che le garantirà di procreare con la spiacevole possibilità di procurare la morte al primo che giacerà con lei dopo che avrà bevuto l’intruglio.
Si decide quindi di far giacere Lucrezia con un brigante qualsiasi (Callimaco travestito) onde evitare che il legittimo marito muoia.
La madre Sostrata e il curato fra’ Timoteo convinceranno la giovane.
Passata la notte, consumato il rapporto, Callimaco rivela la sua vera identità.
Con grande sorpresa Lucrezia non si dimostra affatto risentita e i due diventano amanti.
ANALISI DI UN PERSONAGGIO:
Fra’ Timoteo è forse il personaggio più contraddittorio di tutta la commedia.
Consapevole di compiere azioni peccaminose, è disposto ad accettare qualunque patto scellerato pur di guadagnare. Il suo è un ruolo di grande importanza nello svolgimento della vicenda; senza il suo aiuto e le sue abili arti di oratore, sarebbe stato impossibile per Callimaco raggiungere l’oggetto del desiderio. Non fosse che fra’ Timoteo, nel convincere Lucrezia, scomoda antichi passi biblici e finisce col dire che l’adulterio è praticabile purché sia finalizzato a qualcosa di buono. Ciò che probabilmente lascia più perplesso l’uditorio, nel carattere di questo frate, è la sua incapacità di denunciare l’inganno e il suo accontentarsi del denaro più che cercare la verità.
Mila Schivardi, II B, a.s. 2011-2012
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