ITALO CALVINO, Il barone rampante, Milano, Mondadori 1993, pp. 246.
Genere: romanzo
Personaggi: Cosimo Piovasco di Rondò, Viola, Biagio, Barone Arminio Piovasco di Rondò, Generalessa Konradine Von Kurtewitz, Battista, Abate Fauchelafleur, Cavalier Avvocato Enea Silvio Carrega, corte spagnola in esilio, il cane Ottimo Massimo, Gian dei Brughi.
Luoghi: Ombrosa (villa di famiglia, villa dei d’Ondariva, alberi), Olivabassa.
Tempo della vicenda: periodo successivo alla Rivoluzione Francese per tutto l’arco della vita di Cosimo (a partire dai suoi 12 anni, 15 giugno 1767).
Il barone Cosimo Piovasco di Rondò ha 12 anni quando, dopo una lite con il padre, si arrampica sul grosso elce del giardino. Quella che a prima vista sembra una semplice arrabbiatura di bambino, si trasforma ben presto in una presa di posizione che tratterrà il giovane sugli alberi per tutta la vita. Una volta salito, Cosimo non scenderà mai più. Sugli alberi il ragazzo impara a cibarsi, a cacciare, a cercare rifugi per la notte, a difendersi dalle bestie selvatiche. Ricrea in cima alle piante, per quanto possibile, tutti i comfort della vita “terrestre”. Tra rami di pino e foglie di carrubo si compiono per Cosimo tutte le esperienze della vita, anche quelle amorose; centro del romanzo è infatti l’amore per la Marchesa (poi Duchessa) Viola d’Ondariva, ricambiato, travolgente, assoluto. Sarà la fine di questa passione a segnare la fine del protagonista. Nel romanzo si intrecciano però molte altre vicende che ripercorrono la vita dell’arboricolo barone, più importante fra tutte quella filosofica. Cosimo si dedica alla lettura di un notevole numero di libri. Le conoscenze acquisite gli serviranno in seguito a rinforzare gli ideali di universale fratellanza e a esplicitarli direttamente aiutando in vario modo i compaesani. Dagli alberi Cosimo si fa osservatore attento della realtà umana, ne scopre pregi e difetti e cerca, per quanto gli è possibile, di apportare le necessarie modifiche al sistema.
Analisi di un personaggio:
Scelgo di analizzare un personaggio insolito, poco descritto dall’autore. Si tratta di Biagio, colui che ci racconta le imprese compiute sugli alberi dal fratello Cosimo. Un’analisi di questo narratore interno potrebbe sembrare cosa da poco, vista la scarsità di notizie che ci vengono fornite a riguardo; ritengo invece che più elementi, nel corso del romanzo, descrivano adeguatamente la figura di Biagio. La vicenda si svolge tra la fine del Settecento (1767) e i primi anni dell’Ottocento, in un periodo storico ricco di avvenimenti e di rivolgimenti: la Rivoluzione Francese, la Restaurazione, le guerre napoleoniche. I personaggi agiscono in un mondo in crisi ma, mentre il comportamento di Cosimo rispecchia in un certo senso il cambiamento di atmosfera, quello del fratello ci mostra invece la reazione della nobiltà. Biagio non ha la forza di carattere necessaria a compiere il balzo, a perdersi tra i rami più alti e a comandare su tutto e su tutti. Egli sembra piuttosto subire le situazioni della vita quasi inerme ma non spento del tutto. Per tutta la vita sarà difensore e alleato del fratello, si preoccuperà di non fargli mai mancare nulla e cercherà di preservare con ogni mezzo la sua libertà. La libertà di Cosimo è la libertà di Biagio. Fino a che Cosimo salta agilmente da una magnolia a una quercia tutto è possibile, ogni speranza è lecita. Anche un mite come Biagio può credere che le situazioni cambino e che un mondo migliore si possa costruire.
Mila Schivardi, II B, a.s. 2011-2012
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