Cesare Pavese, La luna e i falò, Torino, Einaudi 1950, pp. 208
Il tempo del ricordo e la narrazione in prima persona ci coinvolgono nel momento del ritorno del protagonista al suo paese. Di questo personaggio non conosciamo il nome, ma il soprannome: Anguilla. Egli è rimasto lontano per alcuni anni; vivendo a Genova e, soprattutto, in America. Attraverso i suoi ricordi, riusciamo ad assaporare le vicende vissute molti anni prima dal protagonista e dai suoi amici.
Tornato al suo paese (non ne conosciamo il nome, ma si trova nella valle del Belbo, in Piemonte), Anguilla ripensa con nostalgia ai bei momenti passati, nella sua prima giovinezza, con gli amici, e, ancor prima, a quelli più drammatici, legati al periodo della sua adolescenza, con Padrino e Virgilia, i genitori adottivi.
Immerso in una natura descritta puntigliosamente, Anguilla, appena tornato, si reca alla casa dove un tempo abitava con Padrino, dove conosce il nuovo proprietario Valino e suo figlio Cinto.
Ritrovato anche Nuto, migliore amico e grande punto di riferimento per il protagonista, si instaura una solida amicizia tra i due uomini e Cinto; amicizia che si consoliderà definitivamente nel tragico momento della morte di Valino, il padre del ragazzo.
Anguilla sa già della morte di Irene e Silvia, sue amiche di un tempo, ma rimane all'oscuro della morte di Santa (la più giovane e bella), che Nuto rivela a lui solo alla fine del libro.
Accompagnato da lunghi flashback, tra un presente nostalgico e un passato caratterizzato da vicende a volte allegre, altre tristi, il libro descrive, oltre alla storia di Anguilla anche quella dei suoi amici, vecchi e nuovi.
PERSONAGGI: Anguilla, Nuto, Cinto, Valino, Irene, Silvia, Santina
LUOGHI: America, Genova, il paese nella valle del Belbo, in Piemonte
TEMPI: Presente (il ritorno di Anguilla al suo paese) e passato (i flashback)
ANALISI DI UN PERSONAGGIO:
Il protagonista del libro è Anguilla. Al momento della narrazione dei fatti egli ha circa quarant'anni; ora è un uomo fatto e ha una certa disponibilità economica, ma era stato un povero trovatello soprannominato Anguilla. Egli, per tutta la durata della storia, è convinto, consapevole di essere un orfano adottato e che i luoghi dove ha vissuto in adolescenza non gli appartengano; eppure ad essi è legatissimo. Proprio la consapevolezza di essere un ragazzo “privo di radici” lo aveva convinto a viaggiare e girare il mondo.
Dovunque era andato però, egli non aveva vissuto bene; la sua vita anzi si era rivelata un costante fallimento; e per questo era tornato: sperava di ritrovare il proprio passato e sé stesso.
Particolari e degni di nota sono i lunghi flashback che lo vedono protagonista. A volte essi sono allegri ricordi, molto più spesso però sono amari pensieri.
Giacomo Zamprogno, I B, a.s. 2011-2012
Ah ecco, ho postato un commento sulla recensione di "Paesi tuoi" facendo riferimento a questo libro qua ed ecco che scorrendo il blog puntualmente me lo ritrovo... Probabilmente è destino! :)
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