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La lingua salvata

ELIAS CANETTI, La lingua salvata, Milano, Adelphi 2008, pp. 362.

Trama essenziale
Canetti ripercorre gli anni della sua prima giovinezza trascorsi tra la Bulgaria, suo paese natale, l’Inghilterra, teatro della prematura morte del padre, l’Austria, dove si avvicina alla madre, ed infine la Svizzera, scenario del periodo più felice della sua vita.

Personaggi
Elias Canetti, il protagonista
I genitori di Canetti e i suoi fratelli
Nonno Canetti
Laurica
Alice Asriel
Il professore
Le inquiline di villa Yalta
Zio Salomon
Karl Fenner
Friedrich Witz
Nel romanzo si susseguono anche moltissimi personaggi minori che hanno attirato l'attenzione del protagonista per i loro modi di fare o per delle particolarità.

Luoghi
La vicenda si svolge principalmente in quattro città: Rustschuk, Manchester, Vienna e Zurigo.

Tempi
Gli avvenimenti narrati riguardano un periodo che va dal 1905 al 1921; sono presenti numerose anticipazioni degli eventi che segneranno in seguito Canetti e digressioni sfruttate per riflettere su come le vicende narrate lo abbiano influenzato in seguito.

Elementi essenziali della vita e dell’opera dell’autore
Elias Canetti nasce nel 1905 a Rustschuk, in Bulgaria, da una famiglia ebraica di lingua spagnola. Vive lungamente a Vienna, Londra e Zurigo, dove muore nel 1994. Nel 1981 gli è stato attribuito il Premio Nobel per la letteratura. Altri due libri autobiografici seguono La lingua salvata: Il frutto del fuoco e Il gioco degli occhi, mentre la sua opera più famosa e suo unico romanzo è Auto da fé.

Elias Canetti
Dalle pagine del suo primo romanzo autobiografico non si riesce ad avere una precisa descrizione fisica dell’autore, mentre quella psicologica è molto approfondita anzi, si può affermare che l’intero libro sia basato sulle sue riflessioni su come gli avvenimenti dell'infanzia lo abbiano influenzato e sulla sua crescita intellettuale.
Un ruolo fondamentale nella sua vita è ricoperto dalla facoltosa famiglia ebrea. Canetti si trova a vivere fra tre mondi: la famiglia del padre, quella della madre e il nucleo composto dai suoi genitori e dai due fratellini. La paterna è dominata dal nonno, figura carismatica ed autoritaria, mentre la persona che attira maggiormente la sua attenzione tra i membri di quella materna è lo zio Salomon, da lui odiato perché teme che voglia separarlo dalla madre.
Il rapporto con i genitori è un punto chiave della sua vita. All’inizio viene illustrata la figura del padre, il suo genitore preferito, il suo modello, che lo inizia alla lettura. Proprio i libri permettono che si crei tra loro un legame fortissimo: i momenti in cui discutono dei volumi che il padre gli regala sono degli appuntamenti irrinunciabili e fondamentali ai giovani occhi dell’autore. La morte del padre però interrompe tutto ciò e lo costringe a cercare un nuovo faro cui rivolgersi: la madre. All’improvviso Canetti sente tutto il peso e l’importanza che comporta il suo essere il figlio maggiore: quando la donna si avvicina pericolosamente alla depressione a causa della morte del marito tocca a lui proteggerla e starle accanto il più possibile. Si crea un legame unico di cui è molto geloso e che la madre alimenta al punto che, sebbene non fosse molto più grande di loro, l’autore si sente diverso dai fratelli e li ritiene inferiori, “solo dei bambini”. Non ammette che qualcuno si avvicini a lei, considera gli altri uomini come dei rivali e si sente tradito quando lei li frequenta. Proprio come era successo con il padre, la madre diventa il punto di riferimento della sua vita, il paragone d’ogni cosa. Ciò che pure rafforza il loro rapporto è la lettura dei grandi autori da lei amati e il tedesco, che gli viene insegnato a forza in tre mesi, lingua che prima era stata parlata esclusivamente tra i suoi genitori.
La passione per i libri lo porta a vivere in un mondo parallelo fatto di conferenze e volumi al punto che, una volta accortasi di quest’atteggiamento del figlio, la madre, che non vive più con lui da qualche tempo, decide di portarlo con sé in Germania. Lo allontana così da Zurigo, città che, se per lui corrisponde al Paradiso, in realtà è una prigione dorata che gli impedisce di capire ciò che sta accadendo nel mondo.
Il ritratto che emerge di Canetti è quello di un ragazzo felice, ma in parte estraniato da ciò che lo circonda; un ragazzo non ancora maturo, ma ormai pronto a scontrarsi con la vita reale.

Chiara Zardo II B (a.s. 2010-2011)

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