ELIAS CANETTI, La lingua salvata, Milano, Adelphi 2008, pp. 362.
La lingua salvata è un'autobiografia dell'infanzia di Elias Canetti, il libro esamina vari ricordi della vita dell'autore delineandone la personalità con pensieri, sentimenti ed esperienze.
Parziale elenco dei personaggi rilevanti alla vicenda:
i genitori di Elias, il nonno Canetti e Arditti, lo zio Solomon, Alice Asriel, il professore spasimante della madre di Elias.
La vicenda si svolge in Bulgaria a Rustschuck, in Inghilterra a Manchester, in Austria a Vienna ed infine in Svizzera a Zurigo.
La vicenda segue un arco di tempo che spazia dal 1905 al 1921, questi sedici anni sono suddivisi in cinque sezioni che corrispondono ad altrettanti trasferimenti:
dal 1905 al 1911 Elias risiede in Bulgaria; dal 1911 al 1913 trova alloggio a Manchester, da cui si trasferirà nel 1913 per giungere a Vienna dove rimarrà fino al 1916. Segue un ulteriore spostamento in Svizzera dove si stabilisce a Zurigo e rimarrà fino al 1919 per poi cambiare località, sempre a Zurigo, ovvero Tiefensbrunnen.
Analisi dettagliata di un personaggio: la madre di Elias.
La descrizione fisica di questo personaggio è scarsamente approfondita, invece la sua psicologia è ampiamente documentata in maniera chiara ed esauriente.
Ella è una persona orgogliosa, dal fare e dal comportamento aristocratico, a volte inflessibile, risoluta e severa. E' amante dell'arte, della musica e nutre una particolare attrazione per il teatro.
Nonostante la forte personalità, ella manifesta un'indole sensibile e a volte la sua personalità è scossa da crisi sentimentali e da momenti di debolezza.
Il ruolo del personaggio non si presta ad un riassunto poiché è poliedrico e realistico. Mano a mano che la vicenda si dipana la madre di Elias assume un ruolo di sempre maggior importanza. Ella ha rapporti complessi e di molteplice natura, come è naturale che sia per un personaggio realmente esistito. Vi è una vasta gamma di interazioni, ad esempio il legame strettissimo col figlio, l'amore per il marito, l'odio per il padre.
Il linguaggio dell'autore è molto particolare ed interessante, perché lentamente si evolve. Col passare del tempo le espressioni linguistiche di Elias mutano con variazioni quasi impercettibili e molto graduali, fino a che il linguaggio finale si allontana e si differenzia dal tenore lessicale iniziale. Il linguaggio è molto descrittivo, da principio si focalizza su un singolo dettaglio per poi trattare degli altri aspetti della vicenda o della situazione.
Giovanni Di Giorgio II B (a.s. 2010-2011)
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